domenica, aprile 01, 2007
la mia è quella giusta!!
C’era una volta un villaggio. Vicino a questo villaggio, al di là della collina, c’era un oceano. Ora, gli abitanti del villaggio rispettavano l’oceano perché pensavano che dentro l’oceano ci fosse Dio, perché era la loro fonte di sostentamento. L’acqua che conoscevano veniva dalla montagna e dava loro la pioggia per coltivare i campi. “Dio deve essere sott’acqua”, dicevano.
In questo villaggio non c’erano fiumi o laghi. L’unica cosa con molta acqua che avevano visto era quella sacra cosa chiamata oceano, e stava oltre la collina. Non osavano toccarla perché nell’oceano stava Dio, capite? Nessuno ci andava. Era un territorio sacro, e nella storia mai nessuno aveva mai visto Dio.
Poi, continuando, alla fine inviarono il loro più elevato sant’uomo a cercare Dio. Gli dissero: “Abbiamo bisogno che tu vada all’oceano. Vogliamo che entri con il corpo proprio fin dove ti è possibile. Poi dicci a cosa somiglia Dio. Dobbiamo sapere chi è Dio.”
Il sant’uomo aveva molta paura. Pensava che, se avesse toccato l’acqua, sarebbe stato vaporizzato! Non era mai entrato nell’acqua profonda. E neppure sapeva quanto avrebbe saputo trattenere il respiro sott’acqua, ma lo scoprì presto. Il sant’uomo adempì al suo compito e, secondo la sua fede, pregò: “Caro Dio, per favore perdonami se sto facendo qualcosa che è non rientra in un sacro permesso.” Fece quindi tutti i segni che si supponeva dovesse fare e andò… entrò in acqua e s’inabissò tanto quanto riuscì ad osare.
Era un luogo strano. Non poteva respirare e non poteva fermarsi molto a lungo. C’era buio, lì sotto. Aprì gli occhi e si accorse di essere sommerso in qualcosa di sacro e di vibrare. Poteva a mala pena resistere e sapeva di dover tornare fuori in fretta. Allora aprì gli occhi per vedere Dio ed ecco… un pesce lo stava fissando dritto negli occhi!
“Ahh!”, disse, “E’ Lui! E’ Dio!” Uscì senza fiato dall’acqua, corse alla spiaggia, attraversò le montagne e tornò al villaggio. Stavano tutti dietro di lui mentre disegnava sulla sabbia una rappresentazione di Dio per il villaggio. Un pesce. Così tutti iniziarono ad adorare quel pesce. Finalmente sapevano a cosa somigliava Dio, ed erano felici. “E’ questo che c’è sull’altro lato del velo”, dicevano. Dio vive sott’acqua. Dio è grande. E il pesce divenne per loro il simbolo da adorare.
Ora, non c’è proprio nulla di male in tutto questo. Vedete, nelle 3D avevano bisogno di qualcosa che facesse ricordare loro Dio. Avevano bisogno di un simbolo 3D da poter tenere con sé, e magari mettere nelle proprie case. Qualsiasi cosa che ti ricordi il divino, Essere Umano, va bene. E a loro piaceva, e li aiutava a pregare e a visualizzare Dio.
Gli anni passarono e nella generazione successiva emerse un giovane sant’uomo che decise di attraversare le montagne anche lui. Disse all’anziano: “Voglio vedere Dio da me, ma devo essere autorizzato da voi.” Il sant’uomo ormai molto vecchio, quello che era andato per primo, gli disse: “Vai! E’ una bellissima esperienza. Ti auguro di vedere Dio come l’ho visto io.” E lo mandò per la sua strada.
Il giovane sciamano valicò le montagne e giunse all’acqua proprio come aveva fatto il suo predecessore. Entrò seguendo lo stesso protocollo del sant’uomo anziano, poi s’immerse trattenendo il fiato. C’era buio là sotto, poi aprì gli occhi e… ecco, vide… una piovra! Era molto diversa dal pesce!
Così questo giovane uscì senza fiato dall’acqua, attraversò di corsa le montagne e giunto al villaggio lo disegnò e disse: “Il primo ha torto! E a questo che somiglia Dio!” Ah. Il villaggio non sapeva cosa pensare, quale dei due avesse ragione. Erano andati entrambi nello stesso posto. Entrambi avevano guardato sott’acqua e ognuno dei due era ritornato con fermamente scolpita nella mente una diversa idea di ciò cui somigliava Dio. “Non sappiamo dire chi di voi due ha veramente ragione”, dissero, “Uno ha ragione e l’altro no.” Questo, tra l’altro, fu l’inizio di due chiese… devo aggiungere altro?
